Ambientata sulle montagne della provincia di Brescia oggi vi raccontiamo la misteriosa leggenda del prete col Cappello. Di questa storia non si conoscono bene le origini e non è nemmeno tanto nota. Per fortuna conosciamo i diretti interessati che ci hanno parlato e tramandato questo racconto.
Ambientazione della leggenda del Prete col Cappello
Ci troviamo a Gavardo (Bs) più precisamente sul monte Faita e qui da secoli si tramanda tra le famiglie che abitano la zona una macabra Leggenda. nella mappa sottostante vedrete il bosco in questione.
A differenza delle altre leggende non si parla ne di demoni ne di mostri, bensì di un umile monaco medioevale. Vi starete chiedendo sicuramente come facciamo a conoscerla, dato che non è così tramandata come le altre storie che vi abbiamo raccontato. Beh si può dire che la fortuna è dalla nostra parte , almeno per questo articolo. Infatti la Nonna di Camilla (cofondatrice del progetto di medioevo da scoprire non che mia dolce metà) abitava proprio nella casa in questione. Ora vi racconteremo la misteriosa leggenda del Prete col Cappello.
La Leggenda
Siamo agli inizi del XIII secolo ed un monaco francescano era sulla via della Germania. Un terribile temporale costrinse lo stesso a fermarsi in un bosco per cercare un po’ di riparo. Le ore passavano e, siccome il tempo non migliorava, decise di proseguire con cautela. Dopo 10 minuti di cammino si trovò di fronte ad una chiesa diroccata e decise così di fermarsi dentro per aspettare che il temporale finisse. Data la fatica del viaggio il monaco si addormentò senza rendersene conto.
Il giorno seguente venne svegliato da una gradevole brezza primaverile e sentì una voce provenire da fuori. Uscito non vide nessuno, tuttavia il panorama che gli si pose lo lasciò a bocca aperta.
Verdi campi decorati da migliaia di fiori, insetti che fluttuavano con le folate di vento leggero, le piante del bosco che sembravano danzare in un turbinio di pollini e profumi. L’uomo rimase sbalordito e prese la decisione di restare e ristrutturare la chiesa.
Passarono gli anni e la chiesa riprese vita sottoforma di abitazione di culto, infatti nella stessa struttura era presente l’umile dimora del monaco e il luogo di preghiera. Il tempo passava inesorabile ed il monaco piantò un seme di cipresso che aveva trovato fuori dalla porta.
Il religioso si stava preparando per andare in paese per delle commissioni: si mise la tonaca, prese il bastone per camminare ed indossò il suo cappello.
All’improvviso proprio nei pressi del seme appena piantato gli venne un malore ed accasciandosi per terrà esalò l’ultimo respiro ringraziando dio per la bella vita trascorsa.
Un passante lo vide e accertatosi che era veramente morto, lo seppellì nel punto dove lo ha trovato.
I secoli passarono ed il cipresso crebbe maestoso, La chiesa passò nelle mani di vari proprietari che la abitarono tutti accomunati da una strana diceria.
Nelle notti Più buie ai piedi del Cipresso era possibile vedere la sagoma di un monaco col cappello con in mano una candela.
Conclusioni
Non si sa quanto di vero ci sia in questa leggenda tuttavia la nonna di Camilla afferma di aver visto veramente la sagoma del monaco col cappello.
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