La Morte Nera

Nell’Europa del 1300 già martoriata da carestie e crisi, verso la metà del secolo si diffuse una terribile Epidemia soprannominata da molti:” La Morte Nera”. Diffusa attraverso la penisola italiana, raggiunse in poco tempo tutto il continente devastando ogni città sul suo cammino. Si stima che in soli due anni circa 1/3 della popolazione europea sia stata uccisa dal morbo. Da dove ha avuto origine tanto dolore? E soprattutto perché l’Italia è stata il polo principale per la diffusione della malattia? In questo articolo risponderemo a queste ed altre domande che descriveranno brevemente cosa i nostri antenati dovettero affrontare. Tratteremo tutti i punti di vista da quello scientifico a quello spirituale, d’altronde bisogna pur sempre ricordare che era una società basata sulla religione Cristiana. Buona lettura.

La Morte Nera

Origini della Morte Nera

Tutti a scuola abbiamo studiato la Peste Nera del 1347, ma forse non tutti conoscono le origini di questa Epidemia.
Nel 1894 gli studiosi Yersin e Kitasato riuscirono ad isolare il batterio della peste da dei cadaveri morti ad Hong Kong. Grazie a questa scoperta si è riuscito a conoscere il vero responsabile dei milioni di morti che dal metà del XIV secolo vi furono per colpa di questa malattia: il Bacillo dello Yersinia Pestis. Da allora si è iniziato a studiare il suo decorso, tuttavia le origini sono ancora ignote. Si ha testimonianza che nel cuore dell’asia all’incirca verso il 1330 vi sono stati focolai di peste che pian piano si sono diffusi in tutto il continente fino ad arrivare a Caffa.

E’ qui infatti che inizia la storia della peste come epidemia.
Era il 1347 ed a Caffa infuriava una spaventosa battaglia, orde di Mongoli assediavano la roccaforte Cristiana dove all’interno cercavano di resistere i Genovesi. Per far si che capitolasse prima cercarono di espugnarla lanciandovi all’interno dei cadaveri infetti non sapendo che avrebbero causato una strage a livello mondiale. Infatti nella notte grazie all’oscurità alcuni assediati riuscirono a fuggire raggiungendo la Sicilia, dando così il via alla Pandemia.

La Morte Nera a Caffa

Nel giro di pochi anni si diffuse in tutto il continente causando milioni di morti e mettendo in ginocchio l’intera popolazione stremata ed impaurita da ciò che si credeva l’apocalisse o fine del mondo.

La Morte Nera distribuzione
Diffusione della Morte Nera

Sintomi e “Cure” della peste nera

Come già detto nell’articolo sulla medicina nel medioevo, la scienza all’epoca non era accurata come ai giorni nostri, complice anche il fatto che non avevano microscopi o attrezzature all’avanguardia di cui noi disponiamo. Infatti attribuivano La Morte Nera ad una punizione divina. Tuttavia alcuni uomini di cultura cercarono di trovare le cause e alcune possibili cure, col senno di poi la maggior parte non servirono a niente se non a peggiorare la situazione. E’ questo il caso di Gentile da Foligno il quale cercò di aiutare il più possibile i malati spalmando sui bubboni una mistura composta da resina di gomma, radici di giglio bianco e grasso di maiale. Purtroppo come successe a tanti, stare a contatto con i malati lo portarono a contrarre il morbo che lo condusse alla morte il 18 giugno 1348.
In questo periodo di delirio generale, dove non si trovavano cure e si moriva in pochi giorni si diffusero molti ciarlatani che, solo per fare soldi, inventavano pozioni e rituali che non servirono a nulla. In parallelo si diffusero anche dei movimenti di credenti che si punivano martoriando le proprie carni con dei flagelli, da cui prendono il nome di Flagellanti, sciaguratamente contribuirono solo a diffondere la Morte.

i Flagellanti
Flagellanti

L’invenzione della quarantena

Sebbene sembra che tutte le “Cure” sperimentate non funzionavano, un barlume di speranza si accese in Francia. E’ stata l’esperienza di Guy de Chauliac a trovare una prevenzione al contagio, infatti lo stesso Guy contrasse la malattia e nonostante tutti lo davano già per morto, lui non si arrese incidendosi i bubboni ogni giorno e dopo sei lunghe settimane di agonia guarì. Nonostante la sua cura empirica capì che bisognava fare qualcosa per prevenire la morte evitando i contatti con le persone chiudendosi in casa. Da qui nasce la quarantena come misura preventiva di cui tutti noi oggi conosciamo l’efficacia per via della recente pandemia che abbiamo superato.
Pian piano il metodo si diffuse in tutta Europa ed i morti diminuirono gradualmente. Purtroppo come abbiamo potuto provare anche noi sulla nostra pelle, a nessuno piace restare chiusi in casa per questo tante città punirono le trasgressioni con la Morte. Nella magnifica Venezia, ad esempio, i trasgressori venivano impiccati su una nave fuori dalla città.


La fine della Morte Nera

Sebbene la Peste non è stata ancora debellata dal pianeta, possiamo dire che dopo la grande pestilenza del 1347-1350 le successive ondate non furono più così violente. Sia ben chiaro aveva comunque un alto tasso di mortalità e contagio, però l’Europa iniziò a riprendersi. Anzi possiamo dire che per certi aspetti ha anticipato l’avvento del rinascimento. Scritta così suona un po’ male e probabilmente vi starete chiedendo se siamo impazziti, ma no ed ora vi spieghiamo il perché!
Innanzitutto bisogna fare un salto in quell’epoca in cui la morte era una compagna di vita molto presente sin dalla tenera età. La peste nera è stata sicuramente un evento anomalo e straordinario, però la gente aveva una mentalità propensa a riprendere la vita il prima possibile. Per questo motivo quando finalmente poterono uscire di casa, le famiglie decimate avevano la stessa quantità di terra e ricchezze, ma distribuite su meno persone, questo aiutò a rendere più ricchi coloro che prima erano in uno stato di povertà. Per quanto riguarda i nobili invece, se volevano avere operai e mano d’opera dovevano pagare salari più elevati per evitare di essere sopraffatti dalla concorrenza. Tutto questo insieme di fattori aiutò a creare uno stato di benessere migliore rispetto al pre-pandemia ed a tutti gli effetti un “Pre-Rinascimento”.


Conclusioni

Danza macabra
Danza Macabra

Lo Yiersinia Pestis tutt’oggi miete ancora vittime, nonostante ora abbiamo una cura funzionante. Oggi come all’ora il contagio avviene attraverso le pulci dei roditori dove si trova il batterio. E’ sicuramente stata una delle più grandi sfide che l’uomo del passato dovette affrontare, tanto che lasciò un segno indelebile nella società dell’epoca. Arte, filosofia, scienza, letteratura e commerci furono per sempre segnati da un evento mortifero come la grande Peste. Il Boccaccio nel Decameron descrive la vita in quel periodo e citandolo testualmente lascio a voi l’interpretazione delle sue fredde parole:

“E lasciamo stare che l’uno cittadino l’altro schifasse e quasi niuno vicino avesse dell’altro cura e i parenti insieme rade volte o non mai si visitassero e di lontano: era con sì fatto spavento questa tribulazione entrata ne’ petti degli uomini e delle donne, che l’un fratello l’altro abbandonava e il zio il nipote e la sorella il fratello e spesse volte la donna il suo marito; e (che maggior cosa è e quasi non credibile), li padri e le madri i figliuoli, quasi loro non fossero, di visitare e di servire schifavano.”

Giovanni Boccaccio – Decameron

Sperando di essere stati il più esaustivi possibile vi ringraziamo per la vostra cortese attenzione. Se l’articolo vi è piaciuto vi chiediamo cortesemente di condividerlo con i vostri amici e parenti per far crescere la nostra comunità culturale su medioevo da scoprire.

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