L’uomo è sin dall’alba dei tempi che utilizza l’arte per tramandare la propria cultura, ma i colori nel medioevo iniziarono ad assumere dei veri e propri significati.
L’età di mezzo era un continuo susseguirsi di simboli da semplici oggetti, a santi fino ad arrivare ai colori; ebbene si è proprio durante l’inizio di quest’epoca che si è cominciato ad associare ad ogni tinta un vero e proprio valore.
Come si ottenevano i colori nel medioevo
Non esistendo tutti quei prodotti di sintesi moderni, l’uomo medioevale sfruttava le risorse naturali a sua disposizione tra cui: pietre, argille, parti di pianta e molto altro. Ora vediamo nel dettaglio come venivano prodotti i principali colori (Per ottenere altre tonalità bastava mescolare 2 o più colori fra di loro).
- Bianco: era ricavato da sali di calcio o dal gesso.
- Nero: era ricavato da argille molto scure o da una soluzione molto concentrata di acqua e noci ( quest’ultima era poco utilizzata)
- Verde: era ottenuto principalmente dalla malachite o dal verde rame
- Blu: era ottenuto dai lapislazzuli e dall’azzurrite ed a volte anche dalla piante dell’indaco.
- Giallo: era ricavato da pietre macinate contenenti piombo (antimoniato di piombo).
- Rosso: veniva ricavato dall’insetto Kermes Vermilio aggiunto alla gomma lacca, o dal bolo (un tipo di argilla), esistevano anche altre tonalità ottenute da sali di piombo scaldati.
- Oro: era ricavato dall’omonimo materiale e utilizzato sotto forma di sottili fogli.
Il significato dei colori nel medioevo
Bianco: veniva indossato per indicare la purezza e l’innocenza. Usato nelle feste della Vergine, era simbolo di compassione.
Nero: era il colore usato dai contadini (in alternativa al grigio), nel 1200 era il colore della penitenza e del lutto, utilizzato per l’avvento e la Quaresima. Solo successivamente verrà utilizzato anche da alcuni ordini ecclesiastici.
Verde: veniva usato dai giovani abbienti , soprattutto nel mese di maggio. Indicava castità ed era il simbolo dell’amore, della gioia ed in seguito della speranza.
Blu: nel tardo Medioevo sostituì il rosso reale nel mantello della Vergine Maria, si indossava per indicare fedeltà ed era vietato alle persone di basso stato sociale (quali: contadini, mendicanti servi della gleba e poveri).
Giallo: solitamente si collega a significati negativi. Negli affreschi medioevali indossavano il giallo i traditori, i musulmani e gli ebrei. Quando il giallo vira verso il verde simboleggia la follia, infatti i buffoni medioevali sono sempre rappresentati con costumi giallo-verdi.
Rosso: Simbolo di potere e forza, rappresentava l’elemento naturale del fuoco. Veniva utilizzato anche come protezione contro malattie e spiriti maligni, poteva essere indossato solamente da Re e nobili molto importanti.
Oro: L’oro rappresenta la luce stessa ed anche nel Rinascimento era ancora usato per suggerire l’illuminazione ultraterrena. È il colore delle aureole, delle lumeggiature sulle vesti dei santi.
I colori in araldica
L’araldica o “arte del bastone” è la scienza che analizza e interpreta gli stemmi, ne studia le fonti, l’origine e la storia e ne stabilisce le regole. Definisce le varie tipologie di scudo, le partizioni che ne suddividono il campo, le figure che lo caricano, gli smalti e gli ornamenti esteriori.
Nata per necessità come metodo di identificare le potenti famiglie è utilizzata tutt’oggi con le stesse regole medioevali.
Come potete capire qui i colori sono i protagonisti spesso abbinati con figure per aiutare ad identificare la stirpe nobiliare associata allo stemma. Gli smalti si suddividono in due macro-blocchi: i colori (verde, azzurro, rosso, nero e porpora) ed i metalli (oro e argento).
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